La relazione madre-figlia ed i tanti significati nascosti
La relazione madre-figlia è particolarmente ricca di significati, emozioni e conflitti. Secondo
il famoso psicanalista Bert Hellinger l’esistenza degli individui, le nostre relazioni sono
condizionate da sentimenti negativi che non sono del tutto nostri. Per comprendere le
dinamiche relazionali primarie che influenzano il rapporto madre-figlia possiamo rifarci
agli studi dello psicoanalista Donald Winnicott, tra le sue teorie più significative ricordiamo
quella del “ruolo specchio della madre”. Una relazione sana tra madre-figlia è di
fondamentale importanza per la formazione di una personalità sana. Per Winnicott, la
madre è il primo specchio per la bambina. Il rispecchiamento del Sé della bambina in
quello della madre, è un meccanismo psicologico fondamentale nel processo di
costruzione dell’identità dell’individuo. Una relazione madre-figlia, disordinata e conflittuale
può creare confusione e disordine interiore alla bambina, alla futura donna e madre. Il
ruolo materno è fondamentale perché ha il compito di accompagnarci alla vita vera, alle
prime esperienze e visioni del mondo. Un’esperienza positiva, un rapporto accudente e
sano influenza non poco il seguito della nostra vita.
In che cosa consiste il rispecchiamento?
Nell’immediatezza mediante l’espressione facciale dell’altro captiamo il suo interesse o
rifiuto. Allo stesso modo la bambina che guarda il volto materno, si vede nel suo riflesso e
ciò che la madre restituisce aiuta a crescere e sviluppare il proprio modo di essere. In
questa prima fase è di fondamentale importanza accogliere l’emotività della piccola.
Tutto sta a creare dei buoni ricordi
Il rapporto con i genitori, l’educazione ricevuta ed il modo in cui siamo stati trattati da
piccoli influenza la nostra personalità, plasma i nostri sogni e paure. Quando i ricordi
dell’infanzia sono carichi di amore, nella nostra memoria è impressa la serenità di quei
momenti dolci e spensierati. Tutto ciò si riversa sotto mille forme anche nella nostra vita
adulta. Il compito dei genitori a mio avviso è quello di creare buoni ricordi. Di sicuro è
importante dare una serenità materiale ma non fermarsi solo a quella. Molto più
importante è formare i figli a crearsi spazi di pacifica convivenza e consapevolezza. Mi
spiego meglio. Il cammino della vita è un cammino faticoso. I nostri genitori portano con sé
una serie di ricordi positivi e negativi, una serie di esperienze di vite passate, difficili e non
sempre serene. Da una generazione all’altra i traumi, i conflitti familiari, le ferite subite
possono essere trasferite indirettamente ai propri figli. Una persona consapevole deve
iniziare a guardarsi dentro e questo significa prestare uno sguardo al suo passato, solo a
quel punto diventa possibile riuscire a perdonare le offese ricevute. Ridimensionare la
rabbia una volta riconosciuta, ha un effetto a catena: mi perdono e chiedo perdono. In quel
preciso istante, il presente si tinge di entusiasmo, energia e positività. Prima di concludere,
ti auguro di far nascere su queste basi una relazione sana, la più importante di tutte quella
con tua figlia.
di Francesco Sassano, sociologo e autore di AlimentaLaMente