Viviamo con l’ossessione che la vita degli altri sia migliore della
nostra
La nostra quotidianità sembra essere diventata una gara ad ostacoli, siamo sempre
di corsa, continuamente presi da cose da fare, agitati e con l’ansia di non riuscire a
portare a termine metà delle cose immaginate. Sembra di vivere un’eterna gara, una
competizione incessante in cui l’unico scopo è quello di essere migliori degli altri.
Ci avevano fatto credere che una società iperconnessa avrebbe significato una
società più equa e solidale. Ed invece? Siamo finiti dentro ad un mondo in cui
l’ostentazione, il riconoscimento dei traguardi ottenuti, la rincorsa del successo sono
diventati gli unici valori riconosciuti. Quello che succede al prossimo conta poco e
niente. Inoltre una sensazione comune a molti è quella di paragonare la propria vita
a quella degli altri, specialmente in un’epoca in cui i social media mostrano solo il
lato migliore delle esistenze altrui. Questa ossessione può portare a sentimenti di
insoddisfazione personale.
Cosa comporta il continuo paragonarsi agli altri?
Il continuo paragonarsi agli altri può portare a diverse conseguenze negative, tra cui:
1. Bassa autostima: Sentirsi inferiori rispetto agli altri può minare la fiducia in sé e
portare a sentimenti di inadeguatezza.
2. Ansia e stress: La pressione di dover mantenere il passo con gli altri può generare
ansia e un costante stato di stress.
3. Insoddisfazione: Si può sviluppare una percezione distorta della propria vita,
portando a una costante insoddisfazione e alla ricerca di qualcosa di meglio, anche
quando si hanno già molte cose positive.
4. Relazioni compromesse: Il confronto può creare tensioni nelle relazioni, poiché si
può diventare gelosi o critici nei confronti degli altri.
5. Disconnessione dalla propria identità: Focalizzarsi sugli altri può far perdere di
vista i propri valori e desideri, portando a una mancanza di autenticità nella propria
vita.
6. Depressione: In casi estremi, il confronto costante può contribuire a stati
depressivi, specialmente se si percepisce una distanza abissale tra la propria vita e
quella degli altri.
Società dell’apparenza e social media
La società dell’apparenza, amplificata dai social media, crea una pressione costante
per conformarsi a standard irrealistici. Questo confronto incessante può portare a
sentimenti di inadeguatezza e ansia. È importante ricordare che ognuno ha il proprio
percorso e che la vera felicità spesso si trova nell’autenticità e nell’accettazione di
sé, piuttosto che nel cercare di soddisfare le aspettative altrui. È fondamentale
imparare a valorizzare il proprio percorso e a riconoscere che ogni vita ha il suo
valore unico. Imparare a coltivare relazioni genuine e concentrarsi su ciò che ci
rende unici può aiutarci a superare questa negatività.
I dispositivi elettronici e l’utilizzo costante dei social network hanno stravolto la
nostra quotidianità, secondo gli ultimi studi, sblocchiamo almeno 80 volte al giorno
il nostro smartphone. Per molti è la prima cosa che fanno prima di svegliarsi e
l’ultima prima di addormentarsi. Senza troppi giri di parole, possiamo dire che
abbiamo acquisito una serie di abitudini che non solo hanno modificato il nostro
rapporto con gli altri ma che ci impediscono di godere del momento che stiamo
vivendo senza essere sommersi da sentimenti di frustrazione, invidia e
insoddisfazione.
Invidia il prossimo tuo: paragonite
È indubbio che i social network possano intensificare emozioni come invidia e
frustrazione. L’esposizione costante a immagini di esistenze apparentemente ideali
può farci sentire insoddisfatti della nostra vita. È fondamentale tenere a mente che
ciò che viene mostrato online è spesso una versione modificata della realtà altrui.
Windy Dryden, tra gli esperti inglesi più importanti di terapia cognitivo-
comportamentale, l’ha definita “paragonite”. Tale sindrome è sempre esistita ma
se in passato si presentava solo in relazione al gruppo di persone con le quali
entravamo in contatto, oggi il tutto si è amplificato perché la paragonite si alimenta
dell’immagine perfetta diffusa dai social, da applicazione studiate per eliminare
rughe e imperfezione e dallo storytelling generalizzante che ci rappresenta sempre
belli, sorridenti e felici.
Consigli:
Focalizzarsi sulla consapevolezza e sugli obiettivi personali può contribuire a ridurre
questi sentimenti negativi. Stabilire relazioni genuine e limitare il tempo trascorso
sui social può rivelarsi vantaggioso per il benessere psicologico.
Conclusioni:
Prima di salutarci, vi invito a dedicare gli ultimi secondi di lettura alle parole di
Vincent Arena. Il famoso produttore e musicista, in un suo post, scrive: “Non c’è
nulla di male nell’avere ambizioni e nel voler migliorare, ma dobbiamo ricordarci che
il vero successo non si misura con il confronto, ma con la nostra capacità di essere
felici con ciò che abbiamo. In fondo, la vita è un viaggio che merita di essere vissuto
appieno, apprezzando ogni singolo istante, senza la pressione di dover dimostrare
qualcosa a chiunque. Lasciamoci alle spalle l’ossessione per l’apparenza e impariamo
a goderci la vita per quello che è, trovando la felicità nelle piccole cose che ci regala
ogni giorno”.
Di Francesco Sassano, sociologo e autore di AlimentaLaMente